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Appendino e le Finals: “Torino pronta a stupire anche gli scettici”

La Sindaca del capoluogo piemontese che ospiterà le ATP Finals dal 2021 ha incontrato la stampa a Londra. “Stiamo studiando, la città sarà pronta”

16 novembre 2019

Incontro Londra Atp Finals

Simone Valente, Chiara Appendino, Angelo Binaghi e Fabrizio Ricca

La Sindaca di Torino Chiara Appendino ha incontrato questa mattina a Londra la stampa italiana presso la lounge della O2 Arena dove sono in corso le Nitto ATP Finals. Assieme a lei c’era anche Fabrizio Ricca, Assessore allo Sport della Regione Piemonte e Simone Valente, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre ad Angelo Binaghi, Presidente della Federazione italiana tennis. La Sindaca ha fatto un punto sulle ATP Finals che Torino ospiterà per cinque anni a partire dal 2021. Queste le sue parole: “E' il secondo anno che vengo e lo faccio ancora con più entusiasmo perché il primo anno siamo arrivati da candidati. Sono convinta che le condizioni per fare bene ci siano tutte, la squadra c’è, E c’è grande sintonia, la città è assolutamente pronta. Dopo 10 anni di Londra per questo evento,sentiamo ovviamente una grande responsabilità. Ci sarà una nuova città che lo accoglie e quindi è una grandissima sfida, ma gli ingredienti ci sono tutti. Siamo soddisfatti ed entusiasti soprattutto. Anche se il Comitato non esiste ancora formalmente, siamo già al lavoro sotto tutti gli aspetti. Per quanto riguarda le sponsorizzazioni, c’è grandissimo interesse da parte delle aziende private sull’evento. Questo significa che è oggettivamente un evento molto appetibile. Stiamo lavorando anche sulla questione del master plan per il quinquennio, per far sì che l’evento sia perfetto dal punto di vista gestionale. Abbiamo iniziato a inserire nel bilancio 2020 le risorse per la Comunicazione dell’evento e i grandi risultati sportivi che sta ottenendo in questo momento il tennis italiano ci aiutano molto. Quindi gli ingredienti ci sono tutti. Entro l’anno speriamo di chiudere la parte formale con la costituzione dell’Ente che sia giuridicamente riconosciuto per portare avanti quanto che noi già stiamo facendo, ma in maniera formale”

La macchina organizzativa intanto ha già mosso i primi passi. “Il dossier su cui abbiamo lavorato prevedeva almeno tre assi. Uno sul tema della legacy. Essendo un evento che non prevede grandi investimenti di impianti, possiamo concentrarci sulla legacy che è quinquennale. Già a partire da settembre 2020 immaginiamo delle attività di avvicinamento per il 2021 al mondo del tennis. Poi c’è il tema delle tecnologie e innovazione, sull’impianto ci saranno una serie di investimenti per renderlo più appetibile. Il Pala Alpitour secondo me non ha nulla da invidiare alla O2 Arena. E poi ci saranno investimenti infrastrutturali per rendere la location connessa bene al resto della città: abbiamo vinto anche perché la città sarà protagonista dell’evento. L’evento sarà molto più nel cuore della città rispetto a Londra. Poi ci sarà un investimento logistico, con un team dedicato perché quando arriverà – speriamo presto – la legge speciale che permetterà alle procedure di poter essere fatte più velocemente, la nostra macchina amministrativa dovrà essere pronta perché in realtà abbiamo solo un anno e mezzo davanti e quindi ci stiamo organizzando per poter partire da gennaio in modo operativo. Siamo qui a Londra anche per studiare. Faremo attenzione ai particolari. Dal punto di vista organizzativo ci sarà concentrazione su viabilità, traffico e sicurezza che sono i temi più importanti. La città ha già organizzato grandi eventi e non siamo spaventati, la gestiremo bene”.

L’obiettivo della Sindaca e della città è quello di stupire gli scettici e non far rimpiangere il trasferimento della location del torneo da Londra al capoluogo piemontese. “Quando ci siamo candidati in pochi credevano che Torino avrebbe potuto vincere – ha spiegato la Appendino - ci sono delle persone che sono ancora scettiche rispetto alla scelta paragonandola a Londra. Quello che mi auguro, e non ho dubbi, è che si possa stupire. La prima edizione sarà la più importante, anche se poi dobbiamo ragionare sui cinque anni, ma è quella più difficile dove bisogna porre le basi per il futuro. Dobbiamo fare in modo che chi non è convinto possa dire che è stato un bene trasferire le Finals da Londra a Torino. Questa è sicuramente la sfida più importante che abbiamo. Come città invece abbiamo tre legacy: la prima è avvicinare i bambini al tennis, e che quindi Torino diventi un centro anche dal punto di vista nazionale di questo sport. La seconda è la riconoscibilità di Torino a livello internazionale. Per noi entrare nel circuito ATP significa raggiungere tutto il mondo, con la macchina ATP che ha una forza comunicativa incredibile. Questo permetterà alla città di essere veicolata a livello internazionale e mondiale. Questo significa marketing territoriale. La terza sono le ricadute economiche che avrà l'evento. Se tutto andrà bene, poi chissà che non si possa andare oltre i cinque anni. Dobbiamo meritarcelo, convincere e costruire la legacy”.

E’ intervenuto poi Fabrizio Ricca, Assessore allo Sport della Regione Piemonte, secondo cui il lavoro di Comune e Regione permetterà a Torino di diventare nel quinquennio delle Finals il centro del tennis italiano e internazionale, avvicinando sempre di più i bambini. “Raccogliamo un’eredità pesante che è quella di Londra, che come mezzi e strutture sono chiaramente avanti a Torino – ha detto Ricca - ma si lavora in sintonia tra Comune e Regione per fare in modo di poter colmare qualsiasi tipo di gap. Anzi, provare a offrire un’esperienza diversa a chi arriva da dieci anni di Londra, per vivere qualcosa di completamente diverso. Abbiamo un obiettivo: Torino è un po’ la capitale italiana del calcio ma ci piacerebbe portare per cinque anni i riflettori non solo italiani ma internazionali per far diventare Torino capitale italiana del tennis. Stiamo programmando degli investimenti anche molto importanti sulla città, ma anche sulla Regione per avvicinare al mondo del tennis soprattutto i più piccoli. Anche perché abbiamo dei campioni che sono diventati tali ma molto giovani e ci piacerebbe che potessero arrivare in questi cinque anni anche campioni del futuro tra i più piccoli. Con l’aiuto del Presidente Binaghi stiamo facendo un ottimo lavoro tutti insieme. Crediamo che l’anno prossimo possiamo tornare qui, per l’ultimo anno di Londra, con un progetto che vi lascerà a bocca aperta”.

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