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“La FIT investe 10 milioni di euro l’anno per il Sistema-Italia”

Graziano Risi, consigliere federale addetto al settore tecnico, ci racconta i segreti del Rinascimento azzurro: dagli studi, agli investimenti, dagli specialisti ai programmi…

di | 31 dicembre 2021

jannik sinner e graziano risi supertennis award 2019

Il Consigliere FIT Graziano Risi premia Jannik Sinner ai SuperTennis Awards 2019

Da tennista a maestro a dirigente, Graziano Risi è l’uomo giusto al posto giusto come consigliere FIT addetto al settore tecnico, la punta della piramide del Sistema Italia che oggi le altre scuole europee guardano con curiosità e invidia.

Quando parte l’operazione-Rinascimento del tennis italiano?

“Prende il via sette anni fa quando il Consiglio federale ha posto un’attenzione massima sul tema, decidendo cambi importanti ai vertici tecnici e maggiori investimenti sul settore, potendo usufruire di fondi molto diversi rispetto agli anni precedenti”.

Qual è stato il primo tema che avete toccato?

“Siamo partiti dalla base rimodulando tematiche tecniche, carichi di lavoro e obiettivi. Abbiamo ad esempio constatato che diversi nostri tennisti di vertice non avevano nel servizio il colpo migliore, in un momento storico in cui il servizio è fondamentale. Questa analisi ci ha portato alla conclusione che verosimilmente il problema stava alla base, nelle scuole tennis, e da lì siamo partiti. Abbiamo modificato i programmi di insegnamento, abbiamo variato i carichi di lavoro, dedicato molto più tempo sul servizio-risposta ed aumentato il tempo degli esercizi connessi. Con la consulenza di ingegneri biomeccanici abbiamo fatto analisi specifiche e analizzato gli errori che commettevano con maggior frequenza i bambini. Oggi siamo particolarmente orgogliosi del fatto che questo lavoro ha dato i suoi frutti e tutti i tennisti di punta sono ottimi battitori”.

La FIT ha poi finalmente saldato la frattura struttura centrale/realtà private.

“Abbiamo strutturato un diverso concetto di centro tecnico, garantendo un supporto agli atleti sopra i 16 anni che non erano in condizioni di portare avanti l’attività nelle proprie strutture o almeno non erano in grado di farlo compiutamente. Abbiamo sostenuto i maestri di circolo che con tanta dedizione e affetto verso i propri allievi stavano facendo enormi sacrifici. Mi riferisco ad esempio a Simone Tartarini e Gipo Arbino, allenatori da sempre di Musetti e Sonego, li abbiamo aiutati a sostenere l’attività sia di allenamento tecnico e fisico che agonistico, gli abbiamo dato la possibilità di essere coadiuvati da un tecnico di provata esperienza ed empatia come Umberto Rianna, che ha collaborato anche con altri coach, come Vincenzo Santopadre, al punto da accompagnare i giocatori in certe trasferte. Mai in sostituzione, ma sempre in nome e seguendo le indicazioni del coach”. 

La Fit ha anche ingaggiato super-professionisti.

“Abbiamo aumentato le professionalità del centro tecnico con eccellenze come il preparatore atletico Stefano Barsacchi strappandolo alla Federazione tennis australiana per la quale lavorava e il tecnico Claudio Galoppini. Per non perderci più nel salto fra dilettantismo e professionismo elementi validi che nel passato abbiamo a più riprese avuto, abbiamo messo a disposizione di tutti i giocatori Lorenzo Beltrame, uno dei massimi esperti di preparazione mentale nel tennis a livello mondiale, che ha vissuto trent’anni negli Usa e si è formato nella scia del pioniere di questa delicatissima branca, Jim Lohr, formando giocatori come Courier e Sampras. Quindi ci siamo avvalsi della collaborazione di un analista, uno stratega della tattica, come Craig O’Shanessy, quando ha lasciato Novak Djokovic che gli aveva chiesto l’esclusiva. Ricevendo da lui un contributo di indicazioni molto importanti sulla durata degli scambi su come e dove i più forti giocano i punti importanti, ma anche sull’evoluzione del gioco. Per esempio: non sono principalmente il servizio o la risposta a determinare la percentuale di successo dello scambio, quanto il terzo colpo”.

Lorenzo Sonego abbraccia il coach Gipo Arbino dopo la vittoria in Coppa Davis sul colombiano Mejia (foto Sposito)

Gli investimenti si sono accompagnati con le regole, gli studi le iniziative.

“La Fit investe annualmente 10 milioni di euro nel settore tecnico. A parte Jannik Sinner che è seguito molto bene da Riccardo Piatti, che ha una storia a sé e per il quale ci siamo limitati solo ad aiuti economici ed assegnazione di Wild Card, abbiamo istituito una strategia di lavoro sui giovani molto precisa, con validissime iniziative apportate dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi, diretto da Michelangelo dell’Edera”. 

Under 14, under 16 e under 18 hanno una gestione differente.

“I contributi FIT vanno a tutti gli under 16 più meritevoli segnalati dal settore. Questo settore fa capo a Dell’Edera, i ragazzi/e vengono raggruppati ogni settimana nella loro area provinciale e regionale per analizzare le problematiche e fissare obiettivi a breve, medio e lungo termine nella preparazione tecnica, fisica e mentale. Vengono coinvolti anche i genitori per prepararli ed informarli sull’importante ruolo che dovranno ricoprire nella corretta crescita dei loro figli. I partecipanti vengono valutati e seguiti anche da esperti in dietetica, biomeccanica, videoanalisi utilizzo dei materiali, così da fornire decisive informazioni ai loro maestri e non tralasciare alcun aspetto della crescita del ragazzo. Quindi, a fronte del sostegno economico, culturale e formativo, si instaura e rinsalda il rapporto di fiducia fra la struttura centrale FIT e quella periferica, privata. Gli under 18 sono seguiti da Giancarlo Palumbo che segue ad affianca i maestri nell’attività internazionale degli allievi, con allenatori come Galoppini, che stanno dando un supporto molto importante a ragazzi come Luca Nardi, ad esempio”.

Michelangelo Dell'Edera, direttore dell'Istituto Superiore di Formazione R. Lombardi

La FIT finanzia tutta l’attività dei suoi tennisti.

“I settori tecnici maschile e femminile, guidati dai direttori tecnici nazionali Filippo Volandri e Vittorio Magnelli, aiutati rispettivamente da Umberto Rianna e Tathiana Garbin - ai quali mi sento di attribuire una buona percentuale di merito degli attuali risultati -, definiscono gli atleti/e meritevoli di un contributo economico e in base all’età, alle potenzialità e alla programmazione condivisa con i singoli coach, si stabiliscono due tipologie di interventi: prestito d’onore a quota fissa e prestito d’onore Full. Il contributo full in media è di 90mila euro per ogni atleta, utilizzabili per coprire tutti i costi che il giocatore deve sostenere durante l’anno come: campi, palle, trasferte, compensi per il coach e il preparatore fisco. A tale contributo vanno sottratti eventuali premi in denaro vinti nei tornei, al netto delle tasse. Questa modalità permette al giocatore di allenarsi e seguire una programmazione agonistica ottimale senza doversi preoccupare troppo degli aspetti finanziari. I contributi vengono comunque erogati sotto forma di prestito d’onore che il giocatore, sottoscrivendo un contratto con la FIT, si impegna a restituire se una volta diventato professionista dovesse guadagnare più di 90.000€ annui di price money al netto delle tasse. Sull’eventuale parte eccedente l’atleta si impegna a restituire il 20% che la FIT a sua volta destinerà ad altri giovani meritevoli. Altro aspetto fondamentale della crescita di tutto il nostro movimento risiede nel grandissimo numero di tornei Challenger e ATP organizzati in Italia, grazie anche ai cospicui aiuti economici che la FIT elargisce ai circoli organizzatori, che in cambio concedono al nostro settore tecnico quasi la totalità delle Wild Card disponibili. Questo permette ai nostri giovani di accedere direttamente ai tabelloni finali con grandi opportunità di guadagnare punti ATP, naturalmente poi per vincere gli incontri bisogna avere anche le giuste qualità”.

Graziano Risi con Umberto Rianna ai SuperTennis Awards 2021 (Foto Sposito)

Tutte queste iniziative hanno fatto la differenza tagliando decisamente i ponti col passato.

“Sì, nel disegnare il progetto da sottoporre al nostro Consiglio Federale, con l’aiuto degli amici consiglieri con i quali condivido tutte le scelte importanti, ho dapprima analizzato quanto accadeva nei Paesi tennisticamente più evoluti attingendo qua e là qualche cosa per poi disegnare un progetto tutto nostro. Perché ogni realtà è a se stante, il tempo passa, e dovevamo essere moderni. Al di là poi dei risultati dei nostri top player che hanno fatto salire la popolarità del nostro tennis ad un livello mai visto prima, grande soddisfazione risiede anche nel fatto che ora abbiamo un sistema tennis tutto italiano che funziona alla grande. Pensate che nel 2014 la somma di tutti i punti ATP dei primi 10 giocatori italiani arrivava a un totale di 6.010, mentre ora i primi 10 giocatori ne totalizzano ben 16.009”.

Qual è il prossimo passo del settore tecnico FIT?

“Un centro tecnico nostro, a Roma, in cui possa trovare la sede il settore tecnico maschile, il settore tecnico femminile, sia di tennis che di Padel e Beach Tennis, l’Istituto di formazione Roberto Lombardi, completo di foresterie e di tutte le infrastrutture necessarie”.

E il prossimo grande risultato che vorrebbe, da ex giocatore oggi dirigente?

“Vorrei che un nostro giocatore vincesse un torneo dello Slam e poi rivincere la Coppa Davis con questo magnifico gruppo di ottimi giocatori. Abbiamo subito questa grande ingiustizia dalla Federazione Internazionale che ha assegnato alla Gran Bretagna invece che a noi la Wild card condannandoci a giocare un turno preliminare in Slovacchia in una data molto scomoda. Ma i ragazzi si sono già detti disponibili in massa per presenziare il 4-5 marzo a Bratislava”.

Il "Sistema-Italia" che sta supportando il grande boom dei nostri giocatori sarà il tema al centro della puntata odierna di "Reloaded", il programma di SuperTennis che fino al 31 dicembre vi ha tenuto compagnia, ogni giorno alle 21.00, per rivivere i grandi temi e i principali protagonisti della stagione appena conclusa. 

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