Chiudi
E’ l’unico azzurrino ancora in corsa nel torneo di singolare; positivo anche l’esordio nel doppio al fianco dell’amico Rapagnetta
di Francesca Paoletti, da Melbourne | 22 gennaio 2024
Lorenzo ha gli occhi vispi, racconta il match con passione ed energia. La stessa che mette nel suo rovescio a una mano, marchio di fabbrica di un ragazzo che stenta a credere a quello che vede intorno a sé: Melbourne, gli Australian Open, lo Slam. Cresciuto a pane e sport, Lorenzo Angelini è l’unico azzurrino ancora in corsa nel tabellone di singolare juniores.
Una prima volta speciale per il 17enne nato a Cesena e cresciuto al Circolo Tennis Villa Carpena di Forlì: “Ancora non mi sembra vero – racconta – è una bellissima esperienza. Mi sembra di essere in un sogno, in palestra c’era Djokovic e nello spogliatoio ero accanto a Sinner e Alcaraz. Ancora non mi sembra vero di essere qui”.
Entrato in tabellone con uno special exempt (per la finale di doppio raggiunta la scorsa settimana nel torneo di doppio a Traralgon, ndr), l’azzurrino ha superato il russo Derepasko nel primo turno e nel secondo se la vedrà con la testa di serie numero 4 Rei Sakamoto: “Il miei sogni? Intanto, vorrei tornare qui da pro. Voglio entrare in tutti i tabelloni dello Slam – dice - , e poi vorrei giocare il torneo di Roma. Giocare sui campi del Foro Italico, davanti al pubblico italiano, sarebbe la cosa più bella. Io sono un tipo che ama giocare nel ‘casino’. Con il pubblico mi esalto e non a caso il mio giocatore preferito è Sonego. Mi fa impazzire””.
Tutte le strade di Lorenzo portano a Roma: “Quando avevo 3 anni ci andavo con la mia famiglia per vedere il torneo – racconta - . Il mio babbo ha giocato a calcio ed è stato allenatore (nella Serie A femminile ha allenato il Cervia, ndr) ma ha sempre avuto una gran passione per il tennis. Al Foro Italico ho visto la prima partita della mia vita: Roger contro Gasquet…”.
Poteva, dunque, avere alternative al rovescio a una mano? “Con la complicità di alcuni amici sono andato al circolo – continua - e a quattro anni ho iniziato a giocare. Il tennis l’ho amato subito ma ho continuato a fare anche altri sport… a 10 anni facevo calcio, tennis e nuoto, tre sport diversi in una settimana, ma è stato utilissimo… facendo subito solamente tennis magari poi mi sarei stufato”.
La forza di Lorenzo sta nell’appoggio e nella comprensione della famiglia e nel sostegno del team azzurro: “I miei genitori conoscono lo sport, mi capiscono e non mi mettono alcuna pressione – spiega - . Mio padre mi ha voluto sostenere qui a Melbourne per questa prima esperienza Slam, ma se anche avessi perso la prima partita non sarebbe cambiato nulla. Il team azzurro con cui siamo in questa trasferta australiana, è un gran bel gruppo, c’è un gran feeling anche con le ragazze, passiamo tanto tempo insieme e quando uno di noi gioca tutti gli altri sono lì sulle tribune a fare il tifo. E’ bello avere un gruppo del genere accanto, da soli sarebbe tosta. Siamo fuori casa per tanto tempo e non nascondo che farlo da soli sarebbe difficile”.