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La 17enne Valletta, di origine campane, che ancora ragazzina si è trasferita da sola alla Tennis Training School di Foligno per perseguire il suo sogno. Poche settimane fa ha conquistato l'ITF Junior al Cairo
di Roberto Cozzi Lepri | 25 febbraio 2021
Caparbia, sicura di se stessa, talentuosa ma soprattutto coraggiosa. Perché se a 13 anni decidi di fare le valigie, salutare mamma e papà e andare ad inseguire il tuo grande sogno, non può mancarti il coraggio unito ad un’incredibile volontà di ferro.
E quando i sacrifici vengono ripagati alla prima uscita internazionale della stagione con una bella e luccicante coppa, capisci che la strada intrapresa è assolutamente giusta. Protagonista di questa storia è la 17enne Emma Valletta che poche settimane fa ha conquistato l’Egitto vincendo l’ITF Junior di Grado 4 del Cairo, il suo terzo titolo a livello ITF dopo quelli del 2019 nei J5 di Tirana e Bari.
Nel mezzo ci sono anche le due finali, nel singolare e nel doppio, ai Campionati Italiani under 16 di Rovereto dello scorso settembre e la storica promozione in Serie A2 insieme alle ragazze di Foligno. Una crescita costante per Emma, merito del lavoro quotidiano che svolge alla Tennis Training School, sotto la guida di Roberto Fabbiano, Alessio Torresi e del direttore tecnico Fabio Gorietti.
Un percorso iniziato quasi 4 anni fa quando decise di trasferirsi da Ravenna in Umbria: ”Ma non sono romagnola bensì campana, casertana per la precisione”, ci tiene a sottolineare la giovane classe 2004 che ci racconta la sua infanzia; ”Ho vissuto a Caserta fino all’età di 8 anni, a 4 ho iniziato a giocare a tennis. In seguito ci siamo trasferiti a Ravenna per esigenze lavorative di mio padre Francesco che fa l’assicuratore. Lì mi sono allenata con il maestro Omar Urbinati al Circolo Tennis Zavaglia fino a quando ho deciso di trasferirmi in Umbria appena terminata la terza media. Mi avevano parlato di una buona accademia a Foligno che permetteva di conciliare il tennis con lo studio, potendo continuare a frequentare la scuola pubblica. Così d’accordo con mamma e papà ho deciso di provare questa avventura. Per loro non è stato facile lasciarmi andare così presto ma si sono resi subito conto che Foligno era un posto tranquillissimo, e la Tennis Training il luogo ideale per praticare tennis. Mia madre poi proviene dalla pallavolo e sa benissimo cosa significhi allontanarsi da casa per provare a diventare un’atleta professionista, a costruirti una carriera nel mondo dello sport”.
Stefania Di Lorenzo, la mamma di Emma, è stata una pallavolista di serie A con la maglia del Napoli, che negli anni novanta si chiamava Edina Ester Pefim, con cui vinse una Coppa Italia di A2. Un’eccellente carriera nei piani alti della pallavolo italiana che è proseguita fino al 2004, anno della nascita di Emma.
Ma torniamo dalla nostra giovane ragazza
“All’inizio è stato molto difficile. Un conto era viaggiare da sola per andare a disputare i Tennis Europe all’estero, un altro era vivere da sola. Dopo un anno ho avuto una parentesi al centro tecnico di Formia ma poi ho deciso di tornare a Foligno. Qui mi hanno trattata subito come una di famiglia, mi sono sentita a casa, sono seguita da allenatori bravissimi che hanno una grande fiducia nelle mie potenzialità. Con loro è molto più facile lavorare e migliorare. Mamma, papà e mio fratello Luigi, tennista anche lui con classifica 2.7, vengono spesso a trovarmi e quindi le distanze si assottigliano. La mia prima vittoria dell’anno l’ho dedicata a loro ma anche ai miei tecnici della Tennis Training”.
Al Cairo Emma ha disputato un torneo in crescendo, regalando solamente un set alle avversarie e battendo in finale la testa di serie numero tre del tabellone, la ceca Sara Bejlek.
“Al debutto avevo tantissima ansia addosso, non giocavo una gara internazionale da molto tempo a causa della pandemia. Le prime partite sono state infatti difficili, dovevo sbloccarmi mentalmente. Passati i primi giorni ho iniziato a gestire meglio fisico e mente, grazie ai suggerimenti di Roberto (Fabbiano), fino al trionfo in finale. Onestamente non mi aspettavo di vincere, sapevo di aver lavorato bene nei mesi precedenti ma di solito i risultati non si vedono subito E invece è stata la settimana perfetta”.
Un successo che le ha consentito di scalare posizioni nel ranking ITF Junior passando dal 522 al numero 342 ma soprattutto di ripartire con slancio e fiducia dopo un 2020 negativo in cui le possibilità di scendere in campo le ha contate sulle dita di una mano. La preparazione invernale è stata quindi lunga e accurata
“Abbiamo avuto molto tempo per lavorare. Al team si è aggiunto anche un uomo di grande esperienza come Giampaolo Coppo”, tecnico nazionale che ha allenato tanti nomi illustri del tennis italiano, da Davide Sanguinetti a Vincenzo Santopadre, passando per Francesca Schiavone, Tatiana Garbin e Mara Santangelo.
“Ci siamo soffermati sugli spostamenti, su come utilizzare al meglio il mio corpo provando ad integrare maggiormente la forza con la tattica. Abbiamo lavorato sul mio servizio, volevamo renderlo più efficace per iniziare bene lo scambio. Tendo a spingere molto dal fondo ma ultimamente mi sento bene in tutte le parti del campo”.
Emma fissa gli obiettivi per il 2021
"Spero di poter giocare tanti tornei all’estero e potermi confrontare con giocatrici provenienti da tutto il mondo per alzare il mio livello, fare esperienza, crescere. E poi vorrei riuscire a disputare uno Slam Juniores, entrare almeno nelle quali e poi vedremo. Per farlo dovrò scalare diverse posizioni nelle prossime settimane ma ci credo. Mi piacerebbero gli US Open perché prediligo il cemento ma del Roland Garros amo l’alto tasso di competitività“.
Emma Valletta ha appena iniziato il nuovo anno più carica che mai; sperava di volare in Lituania per l’ITF Junior di Siauliai ma un impedimento dell’ultima ora l’ha bloccata in Italia. Il torneo under 18 di Santo Domingo sarà probabilmente la sua prossima tappa di un viaggio iniziato tanti anni fa da Caserta.
La meta finale? Sconosciuta, L’importante è crederci e continuare ad inseguire sogni e speranze con volontà e determinazione ma soprattutto con il coraggio delle proprie idee. Proprio come sta facendo Emma, la umbra di adozione.