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Bagnolini e quella metamorfosi durante il lockdown

Il 17enne di Cervia ha conquistato il mese scorso a Pescara il suo primo titolo ITF Junior: “Sono arrivato in fondo nonostante una distorsione a una caviglia, nei mesi di stop forzato ho riflettuto a lungo cambiando atteggiamento. Il mio sogno? Vincere uno Slam”

di | 22 novembre 2020

Lorenzo Frigerio e Daniel Bagnolini

Daniel Bagnolini con il tecnico Lorenzo Frigerio dopo il successo a Pescara

La prima volta non si scorda mai, anche e soprattutto se si tratta del primo titolo nel circuito ITF Junior. Daniel Bagnolini è riuscito a rompere il ghiaccio il mese scorso, mettendo tutti in fila a Pescara, torneo di Grado 5 a cui inizialmente non avrebbe nemmeno dovuto partecipare e che ha invece ha fatto suo grazie a una striscia di ben nove vittorie consecutive, partendo dalle pre-qualificazioni. Un percorso netto che gli ha consentito di alzare al cielo quel trofeo che in precedenza aveva sfiorato nel 2017 a Nairobi (Kenya) e lo scorso anno a Colomiers (Francia).

E’ stata veramente una gran bella soddisfazione conquistare il mio primo titolo ITF, anche perché è stata una dimostrazione di resilienza e capacità di soffrire da parte mia – sottolinea il ragazzo nato il 17 febbraio 2003 a Cervia -. Nel match di secondo turno contro Federico Bondioli, infatti, mi sono procurato una distorsione alla caviglia e sono stato sul punto di ritirarmi, lo avevo già detto al mio allenatore, poi a sorpresa è venuta a trovarmi a Pescara la mia ragazza e questo mi ha dato talmente tanta carica da non pensare più all’infortunio ma solo a provare a vincere. Ho dunque fasciato l’articolazione con tutto quel che avevo a disposizione, con continui trattamenti prima e dopo le partite. In semifinale sono riuscito a superare in rimonta Gabriele Piraino, numero 1 del tabellone, e il giorno della finale contro Mariano Tammaro anche mio padre, il mio primo tifoso, ci ha raggiunto in Abruzzo. E’ stato emozionante aver colto il successo davanti alle persone che mi vogliono bene e mi consentono di coltivare questa mia passione”.

Il giovane romagnolo ha dunque cominciato nel modo migliore l’avventura alla Milano Tennis Academy, dove è arrivato sul finire dell’estate.

Ho subito capito che faceva proprio al caso mio, essendo frequentata da tanti ragazzi e ragazze di qualità e pure da diversi tennisti professionisti, senza trascurare la qualità delle strutture e dello staff tecnico, a cui si è aggiunto in ottobre anche Lorenzo Frigerio, che ha lasciato da poco il circuito e mi ha seguito come coach nella trasferta abruzzese dove volevamo provare delle situazioni su cui avevamo lavorato in allenamento.

La giornata tipo a Segrate per noi full time prevede 7 ore complessive di allenamento. Al mattino sessioni dalle 8 alle 10 e dalle 10 a mezzogiorno, in cui alterniamo tennis, con lavoro tecnico ed esercitazioni, ad atletica, poi alle 14 andiamo a pranzare tutti insieme, per riprendere gli allenamenti alle 15 fino alle 18, e nel pomeriggio di solito facciamo partite o comunque situazioni di match. Inoltre abbiamo la fortuna di poter contare anche sulla presenza di Francesca Schiavone, che ci dà consigli preziosissimi dall’alto della sua esperienza di campionessa Slam, facendoci capire che le tensioni e le difficoltà che possiamo incontrare non sono diverse da quelle dei top player”.

Daniel Bagnolini bacia il trofeo vinto a Pescara

Daniel Bagnolini con Sergio Sabadello, direttore tecnico della Vilas Academy di Maiorca

Anche in un anno in cui lo sport giocato, purtroppo, è finito in secondo piano rispetto a protocolli, autorizzazioni e chiusure forzate Bagnolini non sta lasciando niente di intentato per perseguire la sua passione per il tennis.

Ho visto in casa delle racchette di mia madre, giocatrice per hobby, e ho cominciato a 8 anni sui campi del Circolo Tennis Cervia con primo maestro Paolo Pambianco - racconta Daniel riavvolgendo il nastro della memoria -. Nell’inverno 2015 sono andato al Ct Zavaglia Ravenna, nel team che faceva capo ad Omar Urbinati e l’estate successiva mi sono dedicato full time al tennis, allenandomi 6-7 ore al giorno insieme a un tecnico marchigiano sui campi dell’Hotel Rouge a Milano Marittima, con notevoli progressi, testimoniati dai quarti di finale ai Campionati Italiani under 13. A un torneo Tennis Europe in Spagna ho conosciuto Sergio Sabadello, direttore tecnico della Vilas Academy a Maiorca e vice capitano di Coppa Davis della Russia, che mi ha proposto una settimana di prova nella sua struttura. All’inizio, sinceramente, non ero del tutto convinto, poi però da gennaio 2017 ho scelto di frequentarla full time raccogliendo i frutti visto che quell’anno ho vinto un paio di tornei internazionali under 14”.

Dopo una parentesi alla Tennis Training School di Foligno, il giovane romagnolo è tornato a fare base nell’isola spagnola, iniziando il 2019 con qualche buon risultato nello Junior Tour (quarti e semifinali a Oslo, sul veloce indoor, seguiti dalla finale a Colomiers). “In Francia ho cominciato ad accusare dolori alla schiena, però erano in programma i tornei primaverili under 18 in Italia, a cominciare da Prato, e ho tentato di giocare, finendo con l’aggravare l’infortunio. Dopo visite specialistiche ed accertamenti mi è stata diagnosticata una microfrattura alla vertebra L2, con due mesi di stop. Non è stato l’unico momento buio di quell’anno, perché dopo essere tornato in campo ho subito un paio di sconfitte con match point a favore che mi sono rimaste dentro a lungo, come una ferita aperta. E dulcis in fundo, a Barcellona durante un torneo mi hanno anche rubato le racchette…”.

A compensare queste amarezze, lo scorso anno, anche alcune belle pagine. “Durante il torneo WTA a Maiorca, sull’erba, io e altri coetanei abbiamo potuto fare da sparring alle giocatrici protagoniste ed è stata una delle esperienze più belle vissute finora, toccando con mano quel che significa il tour professionistico. Mi sembrava di stare a Disneyland – ammette Daniel - e poi in quei giorni si stava allenando sull’erba anche Rafa Nadal ed era uno spettacolo vederlo in azione e sentire come colpiva la palla. Inoltre in autunno ho giocato il campionato a squadre con il CT Maglie, provando tutto quel che di positivo c’è nel fare gruppo in uno sport prettamente individuale come il nostro”.

Daniel Bagnolini è nato a Cervia il 17 febbraio 2003

Proprio la serie A, anticipata in estate rispetto alla tradizionale collocazione temporale, è stata un momento topico in un 2020 segnato dal lungo stop forzato per via dell’emergenza coronavirus.

Può sembrare strano, ma il lockdown mi è stato di notevole aiuto. Sono riuscito a tenermi fisicamente in forma da solo a Maiorca, ma soprattutto quel periodo mi ha fatto riflettere, inducendomi a cambiare atteggiamento. E fin dal primo momento in cui ho rimesso piede in campo mi sentivo più consapevole, non a caso a Siracusa in A1 ho vinto un match tiratissimo con Ettore Zito e in generale mi sono sentito parte integrante di un progetto, con la responsabilità di difendere i colori di un club”.

Consapevolezza che emerge anche nell’auto-descrizione tennistica.

Mi piace soprattutto spingere con il diritto per comandare lo scambio, specie sulla terra, anche se sto lavorando per usarlo in modo produttivo anche sul veloce. In tale ottica stiamo lavorando anche sul movimento del servizio, che eseguo un po’ alla Jarry per intenderci, per renderlo più sicuro ed efficace. Senza dimenticare che ci stiamo soffermando non poco sul compiere le scelte giuste dal punto di vista tattico e sull’aspetto mentale, con lo scopo di non disperdere inutilmente energie arrabbiandomi. Modelli tra i big? Come gioco direi Djokovic, il tennista destrorso più solido come diritto e rovescio, ma mi piace anche Wawrinka. Come cuore però non esito a dire Del Potro, e Fabio Fognini, con il quale ho avuto anche la fortuna di dividere il campo”.

Daniel Bagnolini impegnato sul "duro"

Da un mesetto ormai il 17enne di Cervia si sta allenando sul duro visto che a fine mese lo attendono due tornei ITF Junior a Istanbul sul cemento, un grado 4 e poi un grado 5.

L’obiettivo a breve termine è quello di affrontare gli allenamenti con il massimo dell’intensità per arrivare pronto in Turchia perché spero di chiudere la stagione in maniera positiva, poi nel periodo natalizio vedremo di impostare la programmazione per il 2021, anche perché per il momento si sa poco o nulla del calendario a causa della pandemia. Il sogno nel cassetto? Beh, in fondo al mio cuore c’è quello di vincere uno Slam, l’impresa più grande per un tennista”.

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