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Fisico imponente, gran rovescio e servizio esplosivo. Il 17enne di Pisa, che per movenze e colpi a qualcuno ricorda il russo, racconta la prima esperienza junior nello Slam australiano
di Stefano Izzo | 10 febbraio 2020
Nell’ultimo anno Francesco ha incrementato la partecipazione negli ITF, facendo finale e semifinale nei Grado 1 di Offenbach in Germania e Repentigny in Canada. Avrebbe potuto essere già ai blocchi di partenza del suo primo Slam nell’ultimo Us Open, ma a New York non ha potuto giocare per via di un infortunio. E allora il battesimo nel grande tennis è arrivato proprio nell’agognata Australia. “E’ stato ancora più emozionante di come lo avevo immaginato. L’occhio di falco, i raccattapalle che ti portano l’asciugamano, i campi finalmente non tutti attaccati. E poi entrare negli spogliatoi e trovare tutti i giorni Shapovalov o Kyrgios che ascolta musica con le cuffie. E’ stata un’esperienza incredibile che mi porterò dentro a lungo”.
In termini di risultati l’avventura australiana non ha riservato grandi soddisfazioni a Maestrelli, che con i suoi 17 anni appena compiuti era il più piccolo della comitiva azzurra dopo Luca Nardi, con cui ha un legame molto stretto insieme a Lorenzo Rottoli. Eliminazione al primo turno nel Grado 1 di Traralgon e stop al debutto a Melbourne. “Ho avuto difficoltà ad ambientarmi al clima, l’aria non era delle migliori e inizialmente ho avuto anche un po’ di influenza. A Traralgon il sorteggio non mi ha dato certo una mano, visto che sono capitato col francese Cazaux, poi vincitore del torneo (vittoria in finale contro Flavio Cobolli) e finalista subito dopo all’Australian Open. A Melbourne ho giocato un discreto tennis anche se la tensione, ammetto, era alta. La ritengo, comunque, un’esperienza positiva”.
Maestrelli da due anni si allena al Centro Tecnico federale di Tirrenia ed è seguito dal coach Claudio Galoppini. Gran rovescio, il colpo migliore, e servizio poderoso dall’alto del suo metro e 94. Armi vincenti soprattutto sul veloce, la superficie preferita. Qualità che hanno portato qualche osservatore a definirlo un piccolo Medvedev. “E’ sicuramente un accostamento che mi inorgoglisce. Mi ispiro a lui, quello che ammiro del russo è che pur non essendo il massimo esteticamente, è molto efficace. Non è facile per un giocatore della sua statura muoversi così bene in campo. E’ una grande qualità che sto cercando di portare nel mio tennis. Con Claudio (Galoppini) stiamo facendo un gran lavoro sulla parte destra, l’aspetto che devo migliorare di più”.