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Le scuole di formazione verso quota 3.000: c’è margine per crescere ancora

Il cambio di direzione nella concezione del mondo delle scuole federali, oggi diventate dei piccoli centri di formazione, ha garantito un costante aumento nei numeri. Oggi le scuole riconosciute sono oltre 2.800, fra tennis, padel, beach tennis e pickleball. “Abbiamo fatto tanto – dice Dell’Edera – ma possiamo fare ancora: il sogno è che ogni circolo affiliato ne abbia una”

07 aprile 2025

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Uno dei grandi segreti del Sistema Italia, osservato in ogni angolo del mondo con attenzione e voglia di prendere spunto, è la costante evoluzione delle scuole federali. Un tempo si chiamavano SAT, acronimo di scuola addestramento tennis, e avevano l’obiettivo di addestrare i ragazzini dal punto di vista tecnico, mentre oggi sono diventate a tutti gli effetti delle scuole di formazione sportiva.

All’epoca – spiega Michelangelo Dell’Edera, direttore dell’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” – i bimbi potevano sviluppare la propria intelligenza motoria fuori dal campo, nelle varie esperienze quotidiane. Ma la società di oggi, che in virtù dei tanti stimoli che ricevono ogni giorno offre molto ai giovani dal punto di vista cognitivo, ha invece poco da regalare a livello motorio. Pertanto, l’ISF si è dovuto concentrare per permettere ai ragazzi di arricchire la propria intelligenza motoria, attraverso esperienze multidisciplinari, non solo dal punto di vista sportivo ma anche da quello didattico. Tanto che oggi, all’interno delle SAT di una volta, non c’è più spazio solo per il tennis, ma anche per padel, beach tennis e pickleball, oltre che una grande attenzione al mondo wheelchair, quello degli sport per i diversamente abili”.

Fra le varie discipline di racchetta gestite dalla FITP, ci sono varie analogie tattico tecniche così come varie differenze, aspetti che aiutano ad arricchire le abilità degli allievi. “Ogni disciplina – continua Dell’Edera – ha qualcosa da regalare all’altra. Un esempio: oggi, nei nostri Centri Federali Estivi, un bambino può trovarsi a svolgere azioni di gioco al volo nel tennis, nel padel, nel pickleball e nel beach tennis. Sono discipline con parametri diversi di vario genere, dalle misure del campo alla differenza negli attrezzi e non solo, ma con tratti un comune che permettono uno sviluppo trasversale delle abilità degli allievi”.

In sostanza, insieme al nome – da SAT a Scuole federali di formazione – è cambiata la direzione, con un arricchimento dal punto di vista dei contenuti, della professionalità e della cultura sportiva. Se alle vecchie SAT per avere il riconoscimento federale bastava la presenza di un tecnico della determinata disciplina di racchetta, oggi all’interno di una scuola di formazione serve un tecnico, un preparatore atletico, un preparatore mentale, un educatore alimentare, un fisioterapista e un tecnico degli attrezzi.

Figure – dice ancora Dell’Edera – che insieme rendono le scuole degli ambienti virtuosi a livello sportivo e non solo. È cambiata completamente la concezione di ciò che dobbiamo e possiamo offrire ai ragazzi. Come la nascita di diverse tipologie di scuole federali riconosciute (i famosi cinque livelli: da Club School a Top School, passando per Basic, Standard e Super, ndr) ha portato a un costante aumento della qualità. La prova è nel fatto che negli ultimi 14 anni, da quando il sistema è stato introdotto, nel tennis il numero di Top School e Super School (le due categorie di vertice, ndr) è aumentato sempre di più. E lo stesso vale per quanto fatto nel mondo del padel negli ultimi cinque anni, da quando è iniziato il progetto. In sostanza, insieme alla quantità è aumentata la qualità, perché la tipologia di scuola è dettata dal numero di figure professionali che lavorano al suo interno.

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Quanto sottolineato da Dell’Edera è certificato dai numeri: nel 2012 le scuole di tennis riconosciute dalla Federazione erano 1.206, mentre oggi sono 2.081, quasi il doppio. Nel padel dalle sole 30 del 2020 si è passati a 640, nel beach tennis il totale è arrivato a quota 39, mentre il pickleball – nel primo anno dall’introduzione delle certificazioni – ne conta già 44. Risultato? Oggi le scuole federali riconosciute, spaziando fra le quattro discipline di racchetta governate dalla FITP, sono la bellezza di 2.804 contro le 2.590 dello scorso anno, per un aumento di oltre 200 (precisamente 214) sull’intero territorio nazionale.

Ci tengo a sottolineare – continua Dell’Edera – che tutte queste scuole hanno la possibilità di portare i propri allievi agli Internazionali BNL d’Italia a prezzi davvero competitivi. Infatti, è doveroso ricordare che il Consiglio Federale ha proposto una promozione con biglietti al costo simbolico di 1€ per le scuole federali di Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Marche (come da lettera scuole federali 1 allegata, ndr). Mentre quelle delle altre regioni d’Italia potranno aderire a un prezzo promozionale molto competitivo (come da lettera scuole federali 2 allegata, ndr)”.

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Il sogno nel cassetto, per FITP, ISF e settore tecnico, è che ogni club affiliato alla Federazione possa avere al suo interno una scuola di formazione sportiva certificata. “È l’obiettivo – dice ancora il direttore dell’ISF – che ci siamo posti per il prossimo triennio. Riteniamo che solo tramite gli insegnanti all’interno dei circoli, supportati da dirigenti lungimiranti, si possa dare continuità al sistema, facendo formazione in ogni angolo d’Italia. La crescita nei numeri dice che è già stato fatto tantissimo, ma c’è margine per fare ancora di più, il nostro sistema può svilupparsi ulteriormente. Per questo, in parallelo al processo di monitoraggio della crescita delle scuole, l’ISF sta attivando dei bandi di concorso specifici per aiutare ad aprire una scuola federale a quei circoli che a oggi non hanno un insegnante. Crediamo infatti che ogni scuola federale riconosciuta possa essere un potenziale centro tecnico”.

È il frutto dell’opera di decentramento iniziata nel 2010 con la nascita dell’Istituto, ma in realtà ancora prima grazie al sistema dei PIA, introdotto da quando si è insediato l’attuale Consiglio Federale. “La strategia del settore tecnico, insieme all’ISF, non è più quella di accentrare come avveniva un tempo, ma l’esatto opposto: decentrare. Significa che se al tempo capitava che i ragazzini di qualità venissero convocati in maniera permanente nei Centri Tecnici Nazionali, oggi invece sono i consulenti della FITP, di ogni area, a essere messi gratuitamente a disposizione e inviati sistematicamente nei circoli, dove i ragazzi più promettenti si allenano, così da potenziare i progetti nelle periferie. E la Federazione sostiene i giovani tramite borse di studio, sia per gli allenamenti sia per l’attività competitiva. Un cambio culturale straordinariamente importante”.

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Insieme all’obiettivo di avere in ogni circolo affiliato una scuola federale di formazione, c’è quello di innalzare sempre di più le competenze degli insegnanti, affinché si possa sviluppare sull’intero territorio nazionale un progetto di decentramento sempre più importante ed efficace. “In questa direzione va l’attenzione oggi rivolta anche al mondo degli adulti, con l’ISF che per la prima volta si sta occupando anche della didattica per i più grandi, accompagnata da tornei federali che i circoli devono organizzare per ottenere il riconoscimento della propria scuola di formazione. Siamo consapevoli, e non lo diciamo noi bensì l’International Tennis Federation, che dal punto di vista didattico la qualità del nostro insegnamento è elevatissima e che gli insegnanti italiani sono fra i migliori al mondo, ma i nostri clienti, a partire dagli adulti, vanno emozionati e fidelizzati”.

Come? Tramite la partita, con formule che possano facilitare l’apprendimento. “Pertanto, stiamo offrendo alle nostre scuole l’opportunità di proporre all’interno del circolo dei tornei dalla facilità organizzativa straordinaria, così da fidelizzare i propri giocatori. Riteniamo che sia questa la prima vera cellula motivazionale per avvicinare gli amatori, grandi o piccoli che siano, alle varie discipline di racchetta. Ed è anche il modo per poterli fidelizzare da subito, con un progetto formativo e competitivo semplice ma in grado di trasmettere emozioni”.

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