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Il Sistema Italia fa scuola: a Bogotà la masterclass dell'ISF

La delegazione dell'Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi, guidata da Michelangelo Dell'Edera, ha presentato la propria 'Masterclass' a Bogotà, in Colombia, in occasione della World Coaches Conference dell’ITF, conferenza mondiale che ogni due anni vede la partecipazione di maestri, formatori e coach provenienti da tutto il mondo

06 novembre 2023

Il Sistema Italia fa scuola. Era chiaro da tempo, è diventato ancora più evidente la scorsa settimana, quando la delegazione dell'Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi, guidata da Michelangelo Dell'Edera, ha presentato la propria 'Masterclass' a Bogotà, in Colombia, in occasione della World Coaches Conference dell’ITF, conferenza mondiale che ogni due anni vede la partecipazione di maestri, formatori e coach provenienti da tutto il mondo. Questa edizione in particolare era molto attesa e sentita a causa dell’interruzione di due anni fa dovuta alla pandemia: stavolta hanno partecipato all’evento circa 600 partecipanti provenienti da ben 85 Paesi.

“La cosa straordinaria che è emersa una volta di più – spiega il direttore dell'ISF Michelangelo Dell'Edera – è che al di là del sistema organizzativo coi vari centri tecnici, è il processo metodologico italiano che è moderno e di grande qualità. Ora sono i maestri e i coach stranieri, da ogni parte del mondo, che chiedono di venire in Italia”. Un bel ribaltamento di visione, rispetto a quanto succedeva in passato, fino a una ventina d'anni fa, quando quelli che ottenevano risultati erano altri ed eravamo noi ad andare a cercare risposte. Ci sono pochi precedenti, nella storia del tennis, di un sistema preso a modello nel suo complesso come sta accadendo per quello tricolore. Solo la Francia (ma grazie in particolare alle straordinarie entrate provenienti dal Roland Garros) era riuscita in passato a fare altrettanto. Oggi, invece, chi vuole evolvere guarda all'Italia.

La squadra dell'ISF a Treviglio

“L'ultima nostra conferenza – prosegue Dell'Edera – l'avevamo fatta nel 2013 a Cancun, in Messico, e la nostra metodologia da quel momento è cresciuta notevolmente. Subito dopo la nostra esposizione a Bogotà, quando c'è stata la possibilità di interagire con il tavolo dei relatori, i 600 presenti sono passati tutti da noi per ulteriori informazioni e per fare domande. Una grande soddisfazione e una piacevole conferma della qualità di ciò che abbiamo saputo creare. Anche Miguel Crespo e Luca Santilli (componenti dell'ITF, ndr) sono rimasti meravigliosamente colpiti, anche se loro vengono sempre al simposio internazionale che organizziamo e dunque ci conoscevano già molto bene. Sono convinto che questa tappa colombiana ci porterà tanti iscritti al Simposio Internazionale del 2025, in particolare proprio dal Sudamerica, poiché abbiamo sollecitato una grande curiosità”.

Il Sistema Italia funziona a tutti i livelli, e non è nemmeno questione di punte di rendimento, ma di visione globale. “Certo, in tutto questo – chiude Dell'Edera – va detto che uno come Jannik Sinner, oggi numero 4 Atp, ha partecipato negli anni della sua gioventù a tutti i nostri raduni tecnici. E così pure il suo coach Simone Vagnozzi ha trovato nel nostro sistema l'ambiente ideale per far evolvere le sue capacità di allenatore di alto livello. Ma quello che conta è anche vedere che c'è continuità, per esempio nella finale raggiunta dall'Italia nella Davis Cup Junior. Significa che non ci stiamo fermando di fronte ai risultati, ma stiamo proseguendo in un percorso che deve sempre essere aggiornato in base allo scorrere del tempo e all'evoluzione del gioco”.

L’Italia a Bogotà era dunque rappresentata da Luca Santilli nelle vesti di Executive Director Tennis Development ITF, e da una delegazione diretta da Michelangelo Dell’Edera, composta dai tecnici federali Luca Sbrascini, Germano Di Mauro, Luigi Bertino e da tre docenti dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi: Rocco Marinuzzi, Gerardo Brescia e Aldo Russo. Il tema trattato durante la presentazione, che si è svolta sul campo centrale dell'America Tenis Club di Bogotà davanti a circa 600 maestri e coach, ha avuto come titolo: “Il Sistema Italia dalla teoria alla pratica”.

In questa particolare circostanza, Michelangelo Dell’Edera ha voluto enfatizzare la metodologia didattica italiana basata sulle 4 fasi didattiche dell’Avviamento, Perfezionamento, Specializzazione e Alto Livello, soffermandosi sulle 5 tipologie di giocatore che sono alla base di tutto il sistema tecnico-didattico dell’Istituto di Formazione e del Settore Tecnico giovanile.

La massima attenzione è stata rivolta alla differenza tra 'Marathon Tennis' e 'Speed Tennis', dove per 'Marathon Tennis' si intende il tennis che si è insegnato fino a qualche anno fa, un tennis in cui la priorità era quella di formare giocatori che dovevano sbagliare il meno possibile. Con il termine 'Speed Tennis' si è voluto invece introdurre una nuova mentalità e dunque una nuova metodologia didattica tra gli insegnanti, dove i colpi del servizio e della risposta non vengono più intesi come colpi di inizio gioco, ma come colpi di fine gioco. Le due variabili che influenzano in modo importante questo concetto sono lo spazio e il tempo. Lo 'Speed Tennis' ci invita a considerare l’idea di guadagnare spazio e di togliere tempo all’avversario, stimolando la capacità di anticipazione motoria e quindi di tutte le abilità tattico-tecniche.

Dopo una breve introduzione teorica che ha introdotto la metodologia e la filosofia didattica del Sistema Italia, sono state presentate una serie di esercitazioni pratiche in campo, grazie all’aiuto dei bambini e dei ragazzi del club colombiano. Si è partiti dall’analisi multilaterale del livello avviamento 'Red', con 4 diverse stazioni dedicate all’area motoria, tattica, tecnica e competitiva, per passare successivamente ad analizzare gli obiettivi della fase del perfezionamento prendendo come esempio lo schema tattico del servizio e volèe. Sono stati introdotti anche alcuni aspetti importanti che riguardano l’area sport vision, attraverso divertenti espedienti didattici, come la benda del pirata che copriva l’occhio tecnico dei bambini, oppure la copertura della rete per stimolare le capacità di reazione e anticipazione motoria, tipiche dello 'Speed Tennis'.

Nella parte finale della presentazione sono state rappresentate con delle esercitazioni specifiche le due fasi del perfezionamento e della specializzazione, continuando ad enfatizzare l’idea della formazione del giocatore universale, rispettando sempre le individualità di ciascun giocatore o giocatrice. In 45 minuti di presentazione si è cercato dunque di sintetizzare quasi 20 anni di lavoro svolto da una squadra di molti professionisti e consulenti di spessore internazionale. Il risultato? Il riconoscimento del Sistema Italia, sia organizzativo che didattico, è ormai un dato di fatto a livello mondiale.

La soddisfazione di Jannik Sinner (foto Getty Images)

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