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Rapporto Istat sugli stili di vita dei più giovani (3-17 anni): in Italia 1 milione 925mila non praticano attività fisica (22,7%) e 2 milioni 130 mila sono in sovrappeso, dato ben superiore alla media europea. Il ruolo fondamentale delle famiglie: avvicinate i vostri figli a tennis e padel
di Gianluca Strocchi | 31 ottobre 2019
In Italia circa 2 milioni 130 mila bambini e adolescenti sono in eccesso di peso e quasi 2 milioni non praticano sport né attività fisica. Lo ha rilevato l'Istat nell'ultimo rapporto pubblicato sugli stili di vita di bambini e ragazzi, che ha preso in considerazione la fascia di età tra i 3 e i 17 anni tra il 2017 e il 2018.
In particolare, nell’arco temporale della ricerca sono circa 5 milioni 30mila i ragazzi di 3-17 anni che praticano nel tempo libero uno o più sport (59,4% della popolazione di riferimento): il 52,5% lo fa con continuità e il 6,9% saltuariamente. Il 17,1% dei ragazzi (circa un milione 450mila), pur non praticando uno sport, svolge un'attività fisica come passeggiare per almeno due km, nuotare, andare in bicicletta o altro.
Secondo l'indagine, i bambini e i ragazzi che non praticano alcuno sport o attività fisica nel tempo libero sono, invece, un milione 925mila, pari al 22,7% della popolazione di 3-17 anni (quota particolarmente elevata tra i bambini di 3-5 anni, con il 46,1%). Un dato che è in leggero miglioramento rispetto all'ultima rilevazione: tra il 2010 e il 2011 era infatti del 25,7% a percentuale dei "fannulloni".
Nel tempo la pratica sportiva ha coinvolto sempre più persone, soprattutto quella di tipo continuativo che è passata dal 47,1% del 2010-2011 al 52,5% del 2017-2018. Come rileva l’Istat, l'aumento ha interessato in misura più marcata le ragazze, specialmente nella fascia 3-10 anni (+7,7 punti percentuali).
Il gap territoriale Nord-Sud è forte: fatta eccezione per la Sardegna, nella maggior parte delle regioni meridionali e insulari più di un ragazzo su quattro non pratica sport né attività fisica. Viceversa, le percentuali più elevate si rilevano nella Provincia Autonoma di Bolzano (74,5%), in Friuli-Venezia Giulia (73,2%), Valle d'Aosta (72,6%) e Liguria (71,6%).
Anche per la pratica sportiva dei ragazzi le differenze sono marcate sia rispetto al titolo di studio dei genitori che al livello delle risorse economiche della famiglia. Sono soprattutto i ragazzi che vivono in famiglie con status socioculturale più basso a presentare i livelli più elevati di sedentarietà: non pratica sport né attività fisica il 32,1% di quanti vivono in famiglie i cui genitori hanno al massimo la scuola dell'obbligo contro il 12,9% di chi vive in famiglie in cui almeno un genitore è laureato.
Inoltre, esiste una associazione tra la “pigrizia” dei figli e quella dei genitori. Sono soprattutto i giovani i cui genitori dichiarano di non praticare sport né attività fisica ad avere uno stile di vita sedentario: 47,9% se entrambi genitori sono sedentari contro 9,8% se nessuno dei genitori lo è.
Lo scarso movimento nelle giovani generazioni – rileva l‘indagine - si abbina ad abitudini alimentari sbagliate, con un consumo di cibo troppo ricco di zuccheri e grassi. Se il 74,2% di bambini e ragazzi mangia frutta o verdura ogni giorno, solo il 12,6% arriva a 4 o più porzioni. E ben un quarto consuma quotidianamente dolci e bevande gassate, mentre il 13,8% non riesce a fare a meno di snack salati.
Inevitabile conseguenza di tali comportamenti è il fatto che in Italia è grasso un minore su quattro (25,2%), un dato in leggera diminuzione rispetto a dieci anni fa - si attestava al 28,5% nel biennio 2010-2011 - ma che è comunque molto più alto della media europea dove a combattere con la bilancia è un bambino su otto. Sovrappeso e obesità sono più diffuse tra i maschi (27,8% contro 22,4%), nella fascia di età compresa tra i 3 e i 10 anni (30,4%) e al Mezzogiorno (32,7%), che con le Isole (29,9%) ha il primato dei bambini grassi.
Una “foto” statistica che inquadra un problema sociale, considerando che la condizione di obesità tra i bambini è riconosciuta dalla letteratura come predittiva dell'obesità in età adulta: le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che almeno un terzo dei bambini e circa la metà degli adolescenti in sovrappeso rimangono in questa condizione da adulti. E allora, per tentare di uscire dal pericoloso circolo vizioso sopra evidenziato, in una sfida che è prima di tutto culturale e legata ad abitudini e sani stili di vita, un ruolo fondamentale spetta alle famiglie e alla consapevolezza di quanto sia importante svolgere attività fisica. Non a caso, varie federazioni sportive – in primis la Federazione Italiana Tennis – hanno da tempo messo in campo progetti promozionali dedicati ai più giovani, che prevedono di sensibilizzarli avvicinandoli direttamente all’interno delle scuole.
Il messaggio deve essere chiaro e univoco: lo sport forma persone migliori, non solo a livello di salute fisica, aspetto di per sé non secondario. Ricerche scientifiche evidenziano anche la correlazione positiva fra attività fisica e sviluppo cerebrale e cognitivo nei ragazzi: in breve, fare sport migliora attenzione, memoria e abilità cognitive logico-matematiche e di comprensione della lettura. Provare per credere.